Inside Job, un film sulla crisi finanziaria.

Inside Job CoverSabato 8 ottobre, nel contesto dalla rassegna culturale BergamoScienza giunta alla IX edizione, è in programma la proiezione del film documentario INSIDE JOB. Il primo documentario sulla crisi economica globale del 2008. Un resoconto, spietato, di quanta avidità e mancanza di scrupoli ci siano dietro la crisi finanziaria che ha provocato, a partire dal 2008, la perdita di milioni di posti di lavoro.

Pier Luigi Fausti, Presidente del Consiglio Notarile di Bergamo - che promuove come partner del Festival BergamoScienza, oltre alla proiezione di “Inside Job” anche la conferenzaLegge di Natura e Natura della Legge  - presenta la scelta del film-documentario, anteprima a Bergamo, in collaborazione con LAB 80.

 “La crisi economica accompagna da qualche anno la nostra vita: anche la nota casalinga di Voghera, ormai, la prima cosa che fa di buon mattino non è controllare se pioverà o ci sarà il sole, ma cercare informazioni (anche in rete) per sapere come ha chiuso Wall Street e come hanno aperto le borse asiatiche…

La sensazione, e forse più di una sensazione, è che la finanza abbia travolto la nostra esistenza, prevalendo di gran lunga anche sulla stessa economia reale.

Inoltre, proprio per la sua natura “virtuale” l’attività finanziaria si colloca e sviluppa ovunque e, pertanto, non può essere controllata o disciplinata dalle norme di un singolo Paese; né la comunità internazionale è in grado di darsi delle norme condivise.

E’ di questo che parla Inside Job: della difficoltà di controllare l’attività finanziaria, dei suoi eccessi che destabilizzano sia l’economia reale sia le istituzioni governative.

A limitare gli effetti meno positivi di questo dilagare finanziario, si sono levate alcune voci autorevoli, anche nel settore economico sia in Italia che all’estero. In Italia, ad esempio, Guido Rossi ha recentemente scritto sul principale giornale economico italiano, il Sole24Ore, che “la soluzione dei problemi non sta dunque nelle sempre più scomposte ricette economiche, da qualsiasi parte arrivino, bensì in un nuovo ius gentium, quel diritto delle genti la cui esistenza veniva già rivendicata dal grande Giambattista Vico”.

Negli Stati Uniti Robert Schiller, professore a Yale e tra i candidati al Nobel, nel suo libro “A subprimes solution”  ha sostenuto che il notariato può essere strumento di corretta pianificazione finanziaria. In effetti in considerazione delle numerose frodi verificatesi in USA nel settore dei mutui ipotecari, è stato sostenuto che un sistema di controlli preventivi come quelli assicurati da un notariato di tipo latino avrebbe impedito il formarsi di una bolla così immensa.

Abbiamo così voluto portare al pubblico di BergamoScienza il contributo di una visione della crisi dal punto di vista del diritto, recuperando il terreno rispetto alle infinite analisi economiche. I nuovi prodotti finanziari, ad esempio, sicuramente possono alimentare il mercato; tuttavia nel momento in cui il rischio della concessione di un prestito viene dissociato dalla responsabilità (e ciò avviene tutte le volte che società finanziarie impacchettano i loro crediti in prodotti da vendere a terzi, più o meno consapevoli dei contenuti: “originate to distribuite”) si induce la possibile tentazione di un allentamento dei criteri di sana prudenza nella concessione del credito e, quindi, si finisce per introdurre nel mercato prodotti “avvelenati”.

A fronte delle riforme che vengono giustamente richieste al nostro Paese (perché la crisi almeno questo ha di buono, di averci costretti all’ “operazione verità”) i notai intendono comunicare la propria disponibilità a contribuire al processo di modernizzazione, come è già accaduto nel settore informatico, dove il notariato ha da tempo guadagnato una posizione di avanguardia. Intendiamo però anche proporre il nostro tipico know-how, fatto di trasparenza, di tutela dei diritti e della legalità, di fedeltà fiscale, di cura dell’interesse generale:  espressione di una cultura e una tradizione secolari che altrove ci invidiano e rimpiangono e, a volte, tentano di importare. Soprattutto vogliamo ricordare a tutti coloro che sono passati o si accingono a varcare la soglia dei nostri studi, che qui potranno trovare un bene di cui oggi si sente molto la mancanza: la fiducia”.